Da:
"La mascotta. Operetta in tre atti. Musica del maestro Edmondo Audran.
ed. Giovanni Muletti libraio, Torino 1909. – 31 p. ;
19 cm.
Titolo originale: La mascotte.
Libretto di Henri Charles Chivot e Henri Alfred Duru.
In testa al frontespizio: Compagnia italiana d’operette comiche Luigi Maresca."
[nota: l'edizione italiana della Compagnia Maresca adotta nomi diversi per molti protagonisti. Così, Bettina diventa Nina, Rocco è chiamato Andrea e Pippo sarà Tonio.]
Operetta in 3 atti, con musica del M.o Edmondo Audran, viene rappresentata dalla Compagnia Maresca molto bene, ed è ricca di scenario e vestiario.
Nel primo atto siamo in una fattoria tenuta da padrone Andrea, uomo superstizioso che crede molto alla jettatura, e secondo lui addebita a questa la cagione di tutte le sue miserie. Il fratello Antonio, impietositosi di lui per mezzo del suo guardiano di pecore, Tonio, gli manda Nina (portafortuna) guardiana di gallinacci. Difatti all’arrivo di costei tutto si cambia: il padrone Andrea guadagna una lite intentatagli da una guardia campestre, e ritrova una vacca perduta nel giorno precedente. In questo mentre capita nella fattoria il principe Lorenzo, di ritorno da una caccia, e siccome è anche lui perseguitato dalla jettatura, si fa cedere dal padrone Andrea la Nina. Questa viene portata in corte ed è fatta Contessa del Panadà.
L’atto secondo succede nella Corte del Principe, che dovendo far celebrare le nozze del principe Felice con sua figlia Fiammetta, fa chiamare una compagnia di saltatori, a capo di cui vi è Saltarello, che in effetto non è altro che Tonio, il quale per introdursi in Corte e rapire la Nina profitta di questa occasione; ma però tutto viene scoperto a tempo da padrone Andrea, gran ciambellano del Principe, che ne ordina subito l’arresto. La principessa Fiammetta, che ama anch’essa perdutamente Tonio, ne ottiene dal padre il consenso per sposarlo. Il principe Lorenzo acconsente per serbare la sua portafortuna intatta. Tutto viene a sapersi dalla Nina, che per sotrarre tanto Tonio alle grinfie del principe Lorenzo, precipitano ambedue nel fiume che scorre sotto la casa principesca. Il principe Felice stante l’onta fattagli dal padre della sua fidanzata per aver concesso la figlia in sposa a Tonio, gli dichiara la guerra.
Il terzo atto rappresenta un’osteria di campagna, nelle vicinanze del campo, dove si trovano molti soldati che bevono. In questo mentre arrivano dei suonatori ambulanti, che sono Lorenzo, Fiammetta ed Andrea, ridotti all’ultimo stadio della miseria, perché il popolo di Piombino ha detronizzato il suo principe. Il contadino Tonio, arruolatosi anche lui nell’esercito del principe Felice, stante i continui prodigi di valore viene fatto capitano, ed unitamente a ciò ottiene in sposa Nina. A tutto ciò ne segue lo scoprimento dei tre suonatori. Fiammetta implora il perdono del principe Felice per suo padre, che viene rimesso nel suo primiero stato.
Atto I
È finita la vendemmia, e in una fattoria del Principato di Piombino la gente di campagna sta festeggiando il vino nuovo. Solo il fattore, Rocco, non si unisce alla festa. Sta seduto tristemente a parte, rimuginando sulla sfortuna che lo perseguita. …
Atto II
La contessa di Panada è giunta alla corte di Piombino. Lorenzo è preoccupato per la sua verginità: le lettere d'amore dei paggi sono duramente represse e Pippo è tenuto lontano dalla corte. Lorenzo gode finalmente di buona fortuna, tuttavia Fiammetta è inquieta e il previsto matrimonio con Frittellini ne risente. …
Atto III
Le minacce di Frittellini sono diventate realtà: l’esercito del duca di Pisa attacca Lorenzo con successo. A capo c’è Frittellini nelle vesti di generale; Pippo è il capitano delle forze pisane e Bettina, vestita da soldato, lo segue in battaglia. …